FerCargo, l’organizzazione che rappresenta le nuove imprese ferroviarie merci sul mercato dal 2009, esprime la necessità di un cambiamento urgente nella politica governativa. Quest’ultima è accusata di aver adottato provvedimenti dannosi per il settore e contrari all’obiettivo di una “green economy” attraverso lo sviluppo del trasporto ferroviario. Se mantenuta la direzione attuale, il settore rischia di diventare marginale sia a livello nazionale che transfrontaliero.
La questione centrale riguarda la riduzione dei finanziamenti per l’acquisto di materiale rotabile, come evidenziato dal “Decreto loco-carri”. Questa misura, adottata nel 2021 e recentemente confermata dall’Unione Europea, ha significativamente ridotto i finanziamenti da 125 a 55 milioni di euro. FerCargo denuncia questa mossa come estremamente dannosa per le imprese che avevano pianificato investimenti sostanziali, compromettendo la loro capacità di modernizzare il parco locomotive e carri.
Tuttavia, le critiche di FerCargo non si fermano qui. L’associazione ha condannato l’interruzione del Ferrobonus per oltre un anno e il taglio dei fondi per lo “Sconto Pedaggio” nel 2023, entrambi essenziali per il settore. Inoltre, lamenta il mancato supporto alle imprese durante i lavori sulla rete ferroviaria nazionale, che hanno portato alla chiusura parziale o totale di numerose linee, riducendo la capacità e aumentando i costi operativi.
FerCargo mette in guardia sulle conseguenze di questa politica distorta dei trasporti, sottolineando il rischio di infrastrutture inutilizzate una volta completate, vanificando miliardi di euro di investimenti.
L’associazione chiede un intervento immediato e deciso a sostegno del settore affinché possa continuare a svolgere un ruolo significativo nell’economia nazionale e internazionale, contribuendo così alla transizione verso una società più sostenibile.