Nel terzo trimestre del 2024, il sistema portuale italiano ha subito un significativo arretramento nella sua integrazione con la rete mondiale dei servizi marittimi containerizzati. Questo trend è misurato dal Liner Shipping Connectivity Index (LSCI), un indicatore sviluppato dalla Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (UNCTAD), che riflette il livello di connessione di un paese con le reti globali di trasporto marittimo. Secondo l’ultima rilevazione, l’Italia ha registrato un indice pari a 283,4, con una flessione del -2,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e un calo dell’1,0% rispetto al secondo trimestre del 2024.

L’UNCTAD ha sviluppato anche il Port Liner Shipping Connectivity Index (PLSCI), un indicatore specifico che misura la connessione di singoli porti alle reti globali. I dati per il terzo trimestre del 2024 mostrano una situazione variegata nei porti italiani, con Genova che si conferma il porto più connesso, ma in calo rispetto al 2023. L’indice PLSCI per Genova si attesta a 411,7, registrando una flessione del -6,8% rispetto al terzo trimestre del 2023. Questo segna un peggioramento nella competitività del porto ligure, che resta comunque il più integrato nel network globale. Altri porti hanno subito cali significativi, con variazioni negative marcate soprattutto a Salerno (-9,6%), Livorno (-13,5%) e Napoli, che ha visto una drastica diminuzione del -35,7%. Solo Venezia ha registrato un aumento della connettività (+5,3%), in controtendenza rispetto agli altri principali porti italiani.

Nel panorama europeo, l’Italia non è l’unica a registrare un calo della connettività marittima. Alcune tra le principali nazioni marittime europee hanno visto diminuire il proprio LSCI nel terzo trimestre del 2024. Tra queste, l’Olanda ha registrato un calo del -3,3%, il Belgio del -4,4% e la Germania del -5,1%. Più rilevanti sono le diminuzioni registrate dalla Grecia (-10,4%) e Malta (-12,1%). Tuttavia, molti altri paesi europei hanno mostrato segnali di crescita. La Spagna, con un LSCI di 427,5, ha registrato un aumento del +2,3%, mentre il Portogallo (+3,5%), la Polonia (+3,3%) e la Svezia (+5,8%) hanno consolidato la propria integrazione nelle reti globali. Anche paesi come la Danimarca (+2,7%), la Slovenia (+3,2%) e la Croazia (+1,1%) hanno visto migliorare i loro indici di connettività.

La diminuzione dell’indice di connettività dei porti italiani è un segnale di allarme per l’intero sistema logistico del paese. Una connettività più debole riduce la capacità di attrarre traffici globali, penalizzando la competitività dei porti italiani rispetto ai principali scali europei. Questo calo potrebbe avere ripercussioni sulla catena di approvvigionamento e sulle economie locali, riducendo la capacità di movimentare merci in modo efficiente e competitivo. La crescita di altri paesi europei dimostra la dinamicità del settore marittimo e l’importanza di politiche di investimento mirate per rafforzare l’integrazione dei porti italiani nel network globale. Sarà cruciale, nei prossimi anni, individuare e implementare strategie efficaci per invertire questa tendenza e rilanciare la connettività marittima del paese.