Il Parlamento europeo ha approvato l’accordo commerciale per i termini della cooperazione tra UE e Regno Unito, affinché esso potesse entrare in vigore in modo permanente prima della scadenza prevista per il 30 aprile 2021.

Secondo la Presidente della COmmissione europea, Ursula Von der Leyen, “l’accordo tutela gli interessi europei e preserva l’integrità del nostro mercato unico. Garantisce le solide condizioni di parità a cui questo Parlamento ha sempre attribuito la priorità. E garantisce alti livelli di protezione su tutto, dai diritti sociali e del lavoro, alla protezione dell’ambiente, alla trasparenza fiscale e agli aiuti di Stato. In terzo luogo, l’Accordo è davvero incisivo, con un meccanismo vincolante per la risoluzione delle controversie e la possibilità di misure correttive unilaterali ove necessario”.

Sembra ieri il referendum del 2016, ad oggi, gli effetti più pesanti della Brexit si sentono in Irlanda del Nord, che pochi giorni fa, il 3 maggio, ha ricordato la ‘Partition’, la divisione – attuata esattamente 100 anni fa – dell’isola in due, con un meridione, l’Eire, repubblica, e un settentrione suddito della corona del Regno Unito.

La settimana scorsa, la First Minister, Arlene Foster, ha annunciato le dimissioni da leader del partito di governo (DUP) e dal ruolo di primo ministro nordirlandese. Foster era diventata leader del DUP nel 2015 e un mese dopo prima ministra dell’Irlanda del Nord, la prima donna e persona più giovane nella storia del paese a ricoprire entrambe le cariche.

L’assunzione di questa decisione è avvenuta con una lettera firmata dal 75 percento dell’assemblea del DUP che chiedeva un cambiamento nella leadership.

Nonostante il vittorioso atteggiamento del premier Borish Johnson, resta il problema di un confine interno al Regno Unito resta enorme e di complicata soluzione, con un’Irlanda del Nord spaccata da rivolte tra le strade occupate dai paramilitari lealisti.  La “Norn Iron”è stata creata  un secolo fa su richiesta della maggioranza protestante locale, mentre il resto dell’isola ottenne la sua indipendenza come Repubblica d’Irlanda (principalmente cattolica). Da allora la minoranza cattolica dell’Irlanda del Nord ha sempre aspirato a riunirsi con la repubblica.

L’Esercito repubblicano irlandese ha condotto una lotta armata contro i protestanti locali e il governo britannico, fino all 10 aprile 1998 con l’accordo di pace del venerdì santo. La Brexit e Johnson lo hanno reso inutile, impostando la condivisione del potere tra i partiti politici del nord, protestanti e cattolici, ma abolendo i controlli al confine tra le due Irlande.