La spiaggia di Negombo, destinazione turistica dello Sri Lanka, è ricoperta dai detriti, soprattutto elementi in plastica, e dai combustibili fossili provenienti dalla nave portacontainer X-Press Pearl.

A bordo dell’imbarcazione -partita da Hazira e immatricolata a Singapore – ci sono 278 tonnellate di olio combustibile, lingotti di piombo, 50 tonnellate di gasolio e 20 contenitori pieni di olio lubrificante, 28 container di materiali per la produzione di plastica, 25 tonnellate di acido nitrico e idrossido di sodio, oltre ad altre sostanze chimiche. Solo dopo 13 giorni è stato domato l’incendio con il finale affondamento della nave a 21 metri di profondità, sorvegliata da elicotteri e mezzi navali.

Le squadre di soccorso stanno tentando di ripulire le spiagge finora incontaminate, soprattutto per la ripresa del turismo post covid. Già ora “i danni all’ecosistema marino sono incalcolabili”, secondo Hemantha Withanage, direttore esecutivo del Center for Environmental Justice dello Sri Lanka. La pesca è sospesa in un raggio di 80 chilometri attorno alla nave ed è a rischio la fragile economia della zona. “Il divieto colpisce 4.300 famiglie del mio villaggio”, ha detto all’Afp Denzil Fernando, capo del sindacato regionale dei pescatori.

Esperti internazionali sono arrivati in Sri Lanka, e la X-Press Feeders ha reso noto che i rappresentanti della Federazione internazionale dei proprietari di container contro l’inquinamento (Itopf) e l’organizzazione Oil Spill Response (Osr) stanno monitorando la nave MV X-Press Pearl.