Il rallentamento del traffico delle merci nei porti di Napoli e Salerno continua a preoccupare gli operatori del settore, il primo semestre del 2023 che ha registrato una significativa contrazione del 3,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Questo dato allarmante emerge chiaramente dal Bollettino Statistico appena reso pubblico dall’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale, il quale offre una panoramica dettagliata delle performance dei singoli porti e dei vari comparti del trasporto marittimo.
In particolare, a Salerno, nei primi sei mesi del 2023, si è assistito a una movimentazione totale di merci pari a 6.519.665 tonnellate, con una significativa contrazione del 5,7% rispetto all’anno precedente. La situazione appare ancora più critica nel settore del trasporto ro-ro, che rappresenta la peculiarità del secondo porto campano. Qui, sono state trattate solamente 111.244 unità di veicoli rotabili, subendo un preoccupante decremento dell’8,3% rispetto ai primi sei mesi del 2022.
Domenico De Rosa, CEO del Gruppo SMET, ha commentato questa situazione in modo chiaro e incisivo, affermando: “Non nascondiamo la preoccupazione per questa significativa flessione, che rappresenta a nostro avviso un indicatore economico fortemente negativo non solo per il Mezzogiorno ma anche per tutto il Paese.”
De Rosa ha continuato analizzando le possibili cause di questa brusca frenata, attribuendo parte della responsabilità all’attenzione eccessiva da parte della Banca Centrale Europea (BCE) al raggiungimento del target del 2% di inflazione e alla politica monetaria caratterizzata da continui aumenti dei tassi di interesse. Questa politica, secondo De Rosa, ha sottratto risorse agli investimenti delle imprese e alla capacità di acquisto dei cittadini, infliggendo danni significativi all’economia reale. Il CEO del Gruppo SMET ha quindi sottolineato la necessità di adottare misure urgenti per favorire la ripresa economica.
Infine, De Rosa ha espresso preoccupazione anche per la nuova normativa ZES, che istituisce una Zona Economica Speciale Unica per tutto il Sud Italia ma esclude settori produttivi strategici, tra cui quello dei trasporti. Evidenziando la necessità di modifiche adeguate a questa normativa al fine di attrarre investimenti collegati ai flussi commerciali internazionali.